Fitapreta
António Maçanita è considerato uno dei giovani viticoltori più dinamici del Portogallo.
António Maçanita e Alexandra Leroy Maçanita sono l’anima pulsante di Fitapreta: un luogo magico, sospeso tra passato e futuro. E nuovo grande punto di riferimento per la viticoltura del Portogallo, come dimostrano i numerosi premi vinti.
Fino a pochi anni fa, Évora era un piccolo segreto dei pochi che avevano avuto la fortuna di scoprirla. Situata in cima a una collina, è un’incantevole cittadina oggi molto rinomata, racchiusa all’interno di una cinta muraria del XIV secolo e sovrastata da una maestosa cattedrale medievale.
Patrimonio dell'umanità UNESCO dal 1986 e indicata come prossima capitale europea della cultura nel 2027, Évora domina l’enorme pianura dell'Alentejo ed è immersa in un paesaggio di pittoresche città castello e tranquilli villaggi collinari, uliveti e campi di querce da sughero.
Una sonnolenta provincia, con un pervasivo senso di calma: per noi è uno dei luoghi più stimolanti di tutto il Portogallo.
Quando saliamo a bordo della nostra cigolante jeep , diretti verso nord, seguiamo le indicazioni del nostro navigatore e in 15 minuti ci ritroviamo davanti a un cancello così volutamente anonimo che per un attimo temiamo di aver sbagliato strada.
FITAPRETA. Ecco l’ingresso al mondo di António Maçanita e di Alexandra Leroy Maçanita.
Oggi ancora non lo so, ma questo luogo continuerà a stupirmi anche negli anni a venire: nell’ottobre 2024, durante una masterclass a Milano presso il ristorante Andrea Aprea, Filipe Rocha, Founding Partner di Azores Wine company, mi porterà una bottiglia del loro incredibile Moreto.
Moreto è uno degli straordinari vini di Fitapreta. Provali tutti e lasciati sorprendere dalle emozioni che regalano a ogni sorso.
Non è la prima volta che visitiamo una tenuta della coppia: eravamo già stati ad Azores Wine Company e ora non vediamo l’ora di scoprire una nuova loro storia.
Anche se, per la seconda volta, Alexandra ci dice che dovremo fare a meno della presenza di suo marito.
Antonio è per me quello che per la poetessa Saffo fu la dolce mela che su alto ramo rosseggia: non fu mai dimenticata, ma nemmeno raggiunta.
Quando visitammo la tenuta delle Azzorre, infatti, lui si trovava in Alentejo. E ora che siamo in Alentejo, lui è nel Douro. Irraggiungibile.
Alexandra, però, fa per due: è un’esplosione di vitalità, di joie de vivre, di generosità che ci travolge dal primo istante.
All’ombra dell’arco d’ingresso risalente al XIV secolo, ci abbraccia come amici che non vede da anni e con un sorriso contagioso ci prende per mano e ci porta nel suo mondo: un luogo incredibile, in perfetto equilibrio tra passato e futuro.
Fitapreta nasce nel 2004 da un sogno condiviso tra un ventiquattrenne Antonio Maçanita e il consulente inglese di viticoltura, David Booth. Entrambi senza soldi, senza vino e senza vigna, erano guidati da un’enorme passione e da una folle speranza.
Tornato in Portogallo dopo aver lavorato in aziende vinicole della California, dell’Australia e della Francia, Antonio aveva raccolto un bagaglio di esperienze e conoscenze tali da permettergli, nel tempo, di trasformare il panorama del moderno vino portoghese.
Oggi è ampiamente considerato uno dei giovani viticoltori più dinamici del Portogallo.
Ai tempi, tutto è iniziato con la prima vendemmia, nel settembre 2004, quando si presentò l'opportunità di acquistare dell'uva e di affittare uno spazio in un'azienda vinicola locale: l'attività aveva preso vita e i due soci fondarono Fitapreta Vinhos.
Torniamo nel presente e camminiamo lungo il piazzale interno della tenuta, dove il grande maniero del XIV secolo si affaccia sull’ala più moderna della cantina. Un’imperitura dimostrazione di quanto Fitapreta ascolti il passato ma si proietti verso il futuro, in una crescita costante che ha portato Antonio Maçanita a vincere numerosi premi: Winemaker of the Year nel 2018, Singularity Award nel 2018, Revelation Producer nel 2017, Wine Project of the Year nel 2016 e Producer of the Year nel 2020.
Facciamo un altro salto indietro.
Alle 10 di una domenica mattina, nel 2015, io e Antonio siamo venuti a bussare alla porta di questo antico maniero. – racconta Alexandra - Abbiamo trovato un proprietario completamente riluttante all’idea di vendere la tenuta e ci sono voluti più di 16 mesi di visite continue per convincere D. João Saldanha a cedere parte della proprietà.
E dopo le lunghe trattative, il venditore ha posto due punti fermi per l’acquisizione: da un lato il recupero di un immobile a rischio di degrado, dall'altro la garanzia di continuità per la famiglia Saldanha, che ha posseduto e mantenuto l'edificio sin dalla sua fondazione, nel 1306. E così, nel 2016 Fitapreta ha acquisito l'87% del Paço do Morgado de Oliveira, con la responsabilità del suo restauro e il diritto all'usufrutto esclusivo, con la famiglia che deteneva il resto a testimonianza di un profondo desiderio di continuità.
Nella visione e nelle azioni di Antonio e di Alexandra riecheggia una frase pronunciata da Tancredi ne Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.
A proposito di cambiamenti, Alexandra apre davanti a noi le porte dell’antica Cappella che oggi è stata trasformata in luogo conviviale e area per l’invecchiamento del vino. Le prime sensazioni arrivano dal passato: austerità, silenzio e meraviglia, con un grande senso di storica sacralità.
Piano piano arrivano anche quelle del presente e cogliamo un profondo invito a riconciliarci con il nostro mondo interiore.
Diventa un Explorer
Ogni mese noi giriamo il mondo per scoprire una cantina esclusiva. Ogni mese tu ricevi a casa quella che per noi è la sua migliore bottiglia: un vino sempre nuovo, pregiato e sorprendente. A Natale con il 10% di sconto.
Viene voglia di sedersi a terra, magari con un calice di vino, e di parlare a sé stessi.
Di domandarsi come ci si sente, mentre il mondo esterno è chiuso fuori dalla porta e la vita sembra scorrere a un ritmo ormai dimenticato.
Alexandra ci fa riemergere dal mondo parallelo in cui ci eravamo persi: è giunta l’ora di scoprire quali e quanti traguardi Antonio abbia raggiunto a FItapreta.
Ancora prima di riempire il calice, Alexandra esordisce con grande orgoglio: La produzione del vino avviene nel totale rispetto della natura ed è guidata da una filosofia non interventista. I nostri vini provengono da diversi vitigni autoctoni portoghesi. Tutto nasce in vigna, in una totale sinergia tra uomo, vite, suolo e clima.
Le uve acquistate provengono da vigneti accuratamente selezionati in tutta la regione dell'Alentejo e gestite dal nostro team di viticoltori. Abbiamo inoltre acquistato 20 ettari di un vecchio vigneto con uve di circa 50 anni, di tutte le varietà.
La testa gira solamente a ripensare alle sedici etichette assaggiate in compagnia di Alexandra. Un viaggio vinicolo che ci ha fatto volare in tutto l’Alentejo e ci ha permesso di assaggiare la profonda anima di questa regione.
Ecco cosa ci ha stregato:
Palpite white “reserva” 2022 e la sua freschezza ci hanno ammutolito e ci hanno riportato ai Premier Cru di Meursault.
Prodotto da una miscela di varietà autoctone, tra cui il Tamarez e un Arinto meravigliosamente carnoso. Il naso è semplicemente sbalorditivo: nocciola, un pizzico di anice e pera piccante. Il palato è ricco di frutti: un sacco di lime salato, melone e delicate sfumature tropicali. Così poliedrico e rivitalizzante!
Arinto das Indigenas do Morgado 2021 proviene da quella che per molti è la più antica area di vigneti di Évora di cui si abbia memoria. Questo vino viene prodotto solamente con lieviti indigeni del vigneto Morgado de Oliveira.
Parla la lingua della natura: un’aromaticità intensa con note di miele e iodio, mentre la sua struttura risulta densa e delicata. In una produzione di sole 1993 bottiglie.
Tinta Carvalha 2021 ci ha completamente assuefatto. 100% Tinta Carvalha: un'uva antica del vigneto Chão dos Eremitas, raccolta a mano da viti di 51 anni. Il vino riposa 40 giorni sulle bucce per poi invecchiare 12 mesi in botti neutre ed è l'unico monovarietà in Portogallo. Un rosso sconcertante, che ha mostrato il ruolo di questa varietà nei vecchi vigneti dell'Alentejo. Freschezza e purezza. È l’altra anima dell’Alentejo.
Terminiamo questo incontro con una nuova consapevolezza di cosa il Portogallo stia facendo nel mondo del vino.
Di cosa Antonio Maçanita stia facendo.
Antonio lavora unicamente con varietà autoctone e mette in mostra il terroir della sua tenuta attraverso un lavoro davvero impegnativo: agricoltura biologica senza irrigazione, raccolta manuale di notte, selezione dei grappoli in cantina e fermentazione dei lieviti autoctoni.
Ha spinto i confini di ciò che può essere la vinificazione di qualità in questa regione e, negli ultimi due decenni, la tenuta è diventata un punto di riferimento per il Nuovo Portogallo.
I vini che abbiamo assaggiato sono prova della curiosità, dell’ambizione, della giocosità e della maniacale attenzione ai dettagli di Antonio.
Usciamo dalla tenuta dopo aver implorato Alexandra di poter prendere le bottiglie aperte durante la degustazione. Un bottino che non vedrà la luce del giorno seguente.
Antonio mi è sfuggito anche questa volta, come alle Azzorre e come la famosa mela di Saffo. Continuerò a nutrire la speranza di poterlo incontrare, un giorno, di stringergli finalmente la mano e porgli una domanda, una sola: ma come diavolo hai fatto?
Un anno dopo
È ottobre 2024 e ho organizzato una masterclass presso il ristorante Andrea Aprea per presentare alcune delle mie etichette più esclusive. Gli invitati saranno giornalisti e sommelier esperti e qualificati dei più importanti ristoranti di tutta Italia. Ho l’onore e la splendida notizia di avere di fianco a me Filipe Rocha, Founding Partner di Azores Wine Company. Una persona dalla professionalità e dalla personalità incredibili e dirompenti, che ancora una volta mi stupisce. Perché mi porta da assaggiare un nuovo, eccezionale vino di Fitapreta.
È Moreto, un rosso che arriva subito agli occhi con il suo colore rubino inteso, per poi rivelarsi nella sua straordinaria essenza. Con una concentrazione media, offre aromi di frutta nera matura, con note di bosco. Concentrato e fresco, regala nel finale una struttura persistente. È davvero un vino che non ci si aspetta e dimostra quanto l’Alentejo possa regalare emozioni al di fuori della nostra immaginazione.
Felice e riconoscente, dopo questo inaspettato assaggio non nego di sperare che il futuro mi riservi altre occasioni per assaporare nuove, sorprendenti etichette insieme a Filipe Rocha.
Abbònati
Ogni mese noi giriamo il mondo per scoprire una cantina esclusiva. Ogni mese tu ricevi a casa quella che per noi è la sua migliore bottiglia: un vino sempre nuovo, pregiato e sorprendente. A Natale con il 10% di sconto.