Figuière
Mio padre ci ha lasciato troppo presto e noi ora ci prendiamo cura di ciò che ha creato.
Magali, Francois e Delphine Combard mantengono viva la filosofia del padre Alain: il loro Domaine Saint André de Figuière è un piccolo-grande ecosistema con una forte identità.
La Provenza è un’immagine nitida e luminosa, che in un attimo rievoca infinite distese di vigneti: vere e proprie opere d'arte, incastonate in un ricco patrimonio di storia, borghi medievali, mercati e spiagge bianche con insenature cristalline. Non a caso Vincent Van Gogh diceva che "L'intero futuro dell'arte si trova nel Sud della Francia.”
E anche la settima arte, il cinema, con pellicole come La Piscina e French Kiss, ci ha trasportato in quelle incredibili giornate soleggiate, dove colori tenui dipingono atmosfere estive scandite dal ritmo di aperitivi a bordo piscina, passeggiate al suono di cicale e gite in bicicletta mitigate dalla brezza marina.
Si può proprio dire che con le sue acque azzurre, i villaggi colorati, i vivaci beach club e quell’idea di frizzante spensieratezza racchiusa in un rosé ghiacciato, nel corso delle generazioni la costa mediterranea sia entrata nell’immaginario di tutti noi. A noi, che a breve scopriremo il Pionnière, sta per entrare anche nel cuore, per non uscirne mai più.
Pionnière è il vino di Figuière che più ci ha stupito. Provalo insieme agli altri vini della cantina e lasciati stupire dalle emozioni che regalano a ogni assaggio.
Ed è proprio lungo questa costa che, emozionati, abbiamo viaggiato per raggiungere la nostra meta, che sorge ai piedi del Massiccio dei Maures, a 45 minuti da Saint-Tropez e nel cuore della denominazione Côtes de Provence, di fronte alle isole di Porquerolles e vicino a Le Lavandou e Bormes-les-Mimosas: Figuière, che in dialetto provenzale significa “albero di fico”.
Ad accoglierci nella sua tenuta troviamo Magali Combard: una donna onesta, pragmatica, risoluta e determinata, come le uve che crescono sotto questo sole cocente.
Seguendone la minuta mano che nell’aria disegna i confini del Domaine, comprendiamo quanto forte sia il suo legame con la natura: vive in completa armonia con questa terra, conoscendone respiri e pulsazioni, e mantenendo vivi la filosofia e gli insegnamenti del padre.
"Per 20 anni mio padre ha collaborato con Michel Laroche. Insieme hanno costruito quella che è diventata una delle più belle tenute della Borgogna: Domaine Laroche. È qui che mio padre ha forgiato le sue conoscenze nel mondo del vino.”
Nel 1992, Alain Combard e sua moglie Gabrielle decidono di lasciare la Borgogna per trasferirsi in Provenza, la loro regione natale, alla ricerca di un nuovo vigneto da acquisire.
"È stata una scommessa ardita” - dice Magali mentre passeggiamo - ”Perché negli anni '90 la Provenza era povera di produzione vinicola e poco conosciuta. Mio padre ci ha creduto: nel terroir di La Londe ha trovato qualcosa che gli ricordava lo Chablis. Questo è bastato per convincerlo a stabilirsi qui.”
A distanza di 30 anni Magali, suo fratello Francois e sua sorella Delphine gestiscono l’eredità del padre, coltivando le viti e avendo cura di proteggere il paesaggio circostante. Il tempo, l'erosione naturale e la presenza di fauna selvatica sono parte integrante dell’ecosistema di Figuière.
Dal 1979 l'azienda produce, infatti, vini biologici certificati. E quando, nel 1992, il padre di Magali acquistò il Domaine, questa scelta non fu minimamente messa in discussione.
"Nell'attuale contesto che vede la Provenza in una fase di forte transizione, siamo tra le ultime aziende vinicole a conduzione familiare." - continua Magali - "Cosa ci permette di mantenere questa identità? Che siamo una famiglia e rimaniamo tale, con un’autentica passione per i vini.”
Un sorriso appare sul suo volto: “Mio padre ci ha lasciato troppo presto e noi ora ci prendiamo cura di ciò che ha creato.”
Abbandoniamo la vigna e l’incombente sole provenzale che, intanto, si è fatto cocente. “Il clima ha massacrato la terra. Le temperature troppo alte hanno rubato il verde lussuoso che solitamente la contraddistingue.” dice pensierosa Magali, mentre ci invita a seguirla nella sala di vinificazione, alla ricerca di un benefico refrigerio.
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Ogni mese noi giriamo il mondo per scoprire una cantina esclusiva. Ogni mese tu ricevi a casa quella che per noi è la sua migliore bottiglia: un vino sempre nuovo, pregiato e sorprendente.
Quello che inaliamo all’interno non è un odore: è puro profumo.
Inconfondibile, invitante, avvolgente, antico, profondo e fresco allo stesso tempo. È un richiamo a chiudere gli occhi e a cercare di captare quanti più sentori differenti.
Qualcosa di unico per chiunque lo abbia respirato.
Mentre ci muoviamo tra le botti, un’orgogliosa Magali ci spiega che oggi la tenuta si estende su 185 ettari, distribuiti in tre aree distinte della Côtes de Provence: Figuière, dove ci troviamo ora, dal 2019 Château Barbeiranne, situato a Pignans, alle spalle del massiccio dei Maures, e recentemente anche Clos Fanny, a Collobrières, all’interno dello stesso massiccio.
Due tenute e due terroir in armonia tra loro, per continuare il lavoro iniziato dal padre e oggi in mano a Francois.
“Mio fratello Francois è un artista! Si è laureato in Belle Arti ma quando nostro padre gli propose di lavorare con lui non ci pensò due volte. In fondo produrre vino è una forma d'arte e mio fratello trova in essa il lato altamente creativo che lo ha sempre attratto.”
In questi luoghi predomina un terreno scistoso e il Mar Mediterraneo influenza fortemente il clima, moderando le estati troppo calde e gli inverni mai veramente freddi.
I vitigni impiantati per i bianchi sono Rolle, Semillon e Ugni Blanc. Per i rossi sono Mourvèdre e Syrah, mentre per i rosé Cinsault e Grenache.
È qui che il padre Alain Combard infuse un nuovo tipo di vino bianco in cui ritrovare la mineralità e la freschezza dello Chablis.
Ed ecco che, finalmente, è arrivato il momento di assaggiare la linea più nobile dell’intera produzione di Domaine Saint André de Figuière.
Seduti in veranda, veniamo rapiti da Magali e dal suo coinvolgimento nel raccontarci le sue etichette.
Confidentielle Blanc, 100% Rolle (Vermentino): ecco la freschezza che ci aspettavamo, ecco l’anima infusa da Alain Combard!
Un vino con un colore dorato brillante. Nella sua eleganza sprigiona aromi di frutta esotica e agrumi che si mescolano a note di mandorle tostate. Ricco e originale, con un corpo che gli permette di essere conservato per diversi anni.
È un vino nobile.
La freschezza è lunga e generosa, a evidenziare la pienezza del frutto che si mescola al sentore di legno con un finale sensuale.
Pionnière, da uve Mourvèdre e Grenache.
“This is not a rosé! THIS IS NOT A ROSÉ!” È l’esclamazione di Simona appena ne sente l’aroma.
La ripetiamo tra noi per qualche secondo guardandoci con occhi sgranati.
Questo vino è la dimostrazione di quanto sia sbagliata l’idea che abbiamo dei vini rosati.
Cogliendo le nostre espressioni, Magali sorride e ci dice “Mio padre voleva creare un rosé che potesse essere comparato ai grandi bianchi.” Ci è decisamente riuscito.
“Questo è un rosé gastronomico che può tranquillamente parlare la lingua dei bianchi.”
Concordo pienamente con la descrizione della nostra ospite.
Siamo totalmente rapiti. È lui il nostro preferito.
Le uve del Grenache provengono da un terreno scistoso venato di quarzo bianco, mentre quelle di Mourvèdre da un terreno di scisto sabbioso-siliceo circondato da pinete, querce da sughero, corbezzoli ed eucalipti.
La bottiglia, con la sua etichetta metallica applicata a mano, è già un’anticipazione della meticolosità con la quale questo limitatissimo vino viene prodotto.
Ha un colore rosa albicocca pallido, al naso esprime un po' di fumo e pane tostato. Rivela la sua profondità di aromi che vanno dalle pesche e albicocche, alla panna e vaniglia, con un tocco di spezie. Secco ma ricco di consistenza cremosa, la sua acidità liscia conserva una sensazione tonica. È generoso di aromi, con un carattere piccante che ricorda il cumino e la cannella. La sua affascinante frutta si mescola con note di pasticceria, la finitura tostata dovuta ai mesi in legno porta una bella cornice amara che ricorda una marmellata di arance.
Confidentielle Rouge, da uve Mourvèdre e Syrah, è un rosso che sprigiona tutta la forza del terroir provenzale e del sole sotto il quale nasce.
Invecchia dai 10 ai 14 mesi, a seconda dell'annata, in botti da 300 litri in legno di rovere delle foreste di Bertranges, Tronçais e l'Allier.
“Tanti non credono che noi facciamo una co-fermentazione tra Mourvèdre e Syrah” - spiega Magali - “perché il Syrah è una delle uve rosse a maturazione più precoce, generalmente raccolte molto prima del Mourvèdre. Le uve Syrah, con un'esposizione a nord e più fresca, vengono raccolte leggermente troppo mature per poterlo fare in contemporanea con il Mourvèdre.”
La cuvée Confidentielle Rouge è intensa e i suoi aromi di ciliegie mature “in alcool”, liquirizia, gariga e fave di cacao tostate ci trasportano in un mondo di sapori. La consistenza in bocca è morbida e fine. I profumi di liquirizia e ciliegia sono sempre presenti ed eleganti. Un vino armonioso che affascina per l'equilibrio.
Una scoperta stupenda.
E, all’improvviso, è già ora di andarcene. Saranno la convivialità e l’accoglienza, saranno i vini squisiti, saranno state le stimolati conversazioni, ma le ore trascorse con Magali sono volate via in un istante.
Il legame della famiglia Combard con il retaggio lasciato dal padre è qualcosa di tangibile che pervade e avvolge tutta la tenuta.
Le bottiglie assaggiate, frutto del lavoro svolto con maniacale accuratezza, sono la sorprendente espressione di questo incredibile luogo.
E miglioreranno ancora con il tempo, proprio come i vigneti storici dai quali nascono.
La combinazione di arte, sostenibilità e rosé è come una piacevole ventata di aria fresca e, ne siamo certi, continuerà a deliziare per i numerosi anni a venire.
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