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Sono un Explorer
e sono un cantastorie.
Mi piacciono le belle storie, mi piace stare a sentirle e poi raccontarle a mia volta.
Se qualcosa mi emoziona non ce la faccio a tenerla per me, devo assolutamente condividerla.
È una vera e propria necessità: più condivido e più mi sento in pace con me stesso.
La mia passione per il vino – cioè per trattenermi a tavola
in compagnia delle persone e dei loro racconti – nasce per assecondare questa necessità.
Da anni parlo con sommelier, chef, viticoltori, produttori e distributori,
grandi maison prestigiose e minuscole cantine ignote. Da anni mi dedico ad ascoltare, imparare e capire.
La mia cantina personale, oggi, conta più di 7.000 bottiglie.
La mia voglia di condividere quello che so, invece, è sempre più smisurata.
La Versione di Gunter è la soluzione che ho trovato per soddisfarla:
raggiungere quante più persone possibile
ed emozionarle con le mie storie di viaggio, di vita e di vino.
Nasco nel segno della Vergine.
A dar retta allo zodiaco pare che i nati in questo giorno dell’anno diano il meglio di sé quando possono cercare, indagare e fare nuove scoperte.
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Non provateci a casa.
Il mio primo incontro con l’alcol non è dei più felici. Trovo nel garage di mio nonno una vecchia tanica di benzina vuota. Solo qualche goccia sul fondo. Mi atteggio a protagonista di un action movie, la verso per terra e gli do fuoco. La vampata è sufficiente per incendiarmi ciglia e sopracciglia. Bruciando s’impara.
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Bevo il mio primo
bicchiere di vino.
È mio padre a versarmelo, è il suo compleanno, ed è il suo modo per farmi capire che ormai, ai suoi occhi, non sono più un ragazzino.
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Perdo la testa.
Per un vino francese: è uno Chardonnay, un Puligny-Montrachet del 1993. Mi colpisce come uno schiaffo, mi strega come un incantesimo.
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Inizia un periodo difficile.
Mio padre si ammala e io anche, di sconforto. Trovo sollievo nella compagnia degli amici, ed è per stupirli che stappo bottiglie blasonate e non, di realtà famose ma anche sconosciute. Pranzi e cene sono il palcoscenico sul quale riverso tutte le mie energie e dal quale ricavo qualche consolazione. Capisco qualcosa su me stesso che mi tornerà utile fra qualche anno: adoro condividere le esperienze che vivo e le emozioni che provo.
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Vivo in Cina.
Non per scelta, per dovere. Eppure qui scopro, come a seguire l’antica via della seta, che bere vini mai sentiti nominare e provenienti dai luoghi più improbabili può riservare sorprese incredibili.
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Stappo una bottiglia surreale.
Sono a casa per qualche giorno. In giardino, all’ombra di un cedro. Tra racconti e aneddoti apro in famiglia una bottiglia del 1964 dello champagne francese più famoso al mondo invecchiato più di 50 anni in bottiglia.
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Una serata qualunque eppure memorabile.
Sono in Maremma, sono a tavola con Francesco Guazzi, uno dei miei amici più cari, e sono felice. Merito della sua onestà e della genuinità del nostro rapporto. E anche del leggendario Chateaux Margaux del 1989 che ci beviamo.
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Nasce La Versione di Gunter.
Viene fuori in sessione con la mia coach. Dapprima è solo un’intuizione, una bozza di idea, ma sento che ci sono. Qualche mese dopo esco dal business di famiglia che non mi rappresenta più e do vita alla mia società. Per celebrare apro il Merlot in purezza più famoso d’Italia e brindo con mia sorella. Sono certo che nostro padre, da qualche parte lassù, stia sorridendo e brindando con noi.
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