Companhia de Vinhos dos Profetas e dos Villões
Sono amico di Antonio Maçanita da quasi 20 anni e so che era l’unico abbastanza folle da poter credere in questa visione.
Nuno Faria, fondatore della Companhia de Vinhos dos Profetas e dos Villões, ha dato il via al suo progetto durante il lockdown del 2020. Chiuso in casa, ha aperto la mente e il cuore al suo sogno, fino a renderlo reale.
Immersa nell’Oceano Atlantico, quasi alla stessa latitudine di Marrakech, sorge la favolosa Madeira: un arcipelago di isole portoghesi di origine vulcanica. Qui i colori sono un’esplosione di gioia e il vento porta inebrianti profumi esotici.
Vorrei poter dire che vengo in questo luogo paradisiaco da quando ero un ragazzino di 10 anni, che si lanciava in bicicletta giù per le colline come Steve McQueen. Invece, la mia prima volta è stata solo quest’anno. Era una meta di cui avevo un’immagine vaga, ma che mi suscitava un’enorme curiosità.
Nella mia mente, aveva i contorni nostalgici di un turismo anni ’80, di hotel con ospiti oziosi su lettini di vimini, di fotografie scolorite e dimenticate da tempo in cassetti chiusi, di piacevoli passeggiate nei giardini botanici.
È bastata una spedizione in fuoristrada, nell'entroterra dell'isola, per dissipare tutte queste mie vecchie fantasie. E, a dirla tutta, anche il mio incontro con il Sercial dos Villões è stato fatale.
Sercial dos Villões è lo straordinario bianco di Companhia de Vinhos dos Profetas e dos Villões. Assaggialo subito insieme all’altra etichetta della cantina.
Ci sono scorci, a Madeira, dove sembra di essere sull'Himalaya, in piedi sopra un mare di nuvole bianche illuminate dal sole; in altri sembra il Vietnam, con terrazze di contadini che contornano le colline in cascate di gradini verdi; in altri ancora potresti essere nel Montana, durante lo spostamento delle mandrie o letteralmente sul set di Game of Thrones.
Eppure, l'intera isola può essere attraversata in poco più di un'ora.
Mi sono arrampicato su pendii ripidi e strade a tornanti per raggiungere cascate nascoste, poi sono sceso a Porto Moniz per nuotare in piscine naturali scavate nella lava nera, dove le onde infrangendosi sulle rocce sollevano schiuma fino al cielo. Di nuovo su, dirigendomi verso l'entroterra, all'antica foresta di Fanal, un altopiano dove contorti alberi di laurisilva, vecchi di mezzo millennio, si ergono pelosi di licheni e ragnatele: un’immagine gotica Tolkieniana.
Abbiamo appuntamento a Funchal, la capitale dell’arcipelago. Il suo arrivo è una rapida successione di fotogrammi: i freni della Ford cabrio rossa anni ’90 che fischiano in lontananza, la macchina accesa abbandonata in mezzo alla strada, i clacson degli altri automobilisti e Nuno Faria che salta giù correndo verso di me per abbracciarmi come un vecchio amico. Come non provare subito empatia per quest’uomo?
La sua energia dirompente mi investe come un’improvvisa ventata di Maestrale.
Mi rendo conto che il programma della giornata è un segreto serbato nella sua mente e l’unica cosa che posso fare è affidarmi totalmente.
Con il vento a scompigliare i capelli, il sole a picco sopra di noi e un rilascio improvviso di endorfine, abbandoniamo le vie principali per addentrarci in quel grande giardino botanico che è Madeira. Ai bordi delle strade è come se un prato suburbano nel Kent si fosse ribellato e fosse diventato selvaggio, con esplosioni di ortensie lilla e agapanthus viola che costeggiano il percorso.
Nuno è il socio di Antonio Maçanita nell’ambiziosissimo progetto di Companhia de Vinhos dos Profetas e dos Villões, tra Madeira e Porto Santo, che distano tra loro poco più di 70 chilometri. Originario di quest’isola, il quarantatreenne al volante mi racconta che questa idea è nata durante il periodo di lockdown del Covid, quando per tre mesi si isolò sull’isola di Porto Santo. Il periodo di confinamento – mi racconta - ha permesso alle mie idee di fluttuare sul mare e impollinare il terreno. Mi ha dato modo di pensare e di chiedermi come mai nessuno avesse provato a produrre vini differenti dai classici fortificati di queste zone. Sono amico di Antonio da quasi 20 anni e so che era l’unico abbastanza folle da poter credere in questa visione.
Se ci sono luoghi e terroir dimenticati o poco valorizzati, è lì che si può trovare Antonio Maçanita.
Mentre la Ford si inerpica per strade tortuose come le spire di un serpente avvolte a un tronco, distese interminabili di eucalipti trafiggono il paesaggio montano, le piante di tarassaco crescono fino alle dimensioni di piccole palme e i ranuncoli hanno le dimensioni di arbusti.
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Ogni mese noi giriamo il mondo per scoprire una cantina esclusiva. Ogni mese tu ricevi a casa quella che per noi è la sua migliore bottiglia: un vino sempre nuovo, pregiato e sorprendente. A Natale con il 10% di sconto.
Resta qui abbastanza a lungo e potresti mettere radici anche tu - mi dice Nuno.
L’aria a Madeira deve essere davvero differente. Perché Nuno ha una vibrante e contagiosa energia che lo pervade e l’averlo accanto mi genera la convinzione che tutti avremmo bisogno di un Nuno nella nostra vita.
Fermiamo l’auto accanto ad alcuni filari nascosti tra piccole abitazioni. Un cartello indica São Vicente, famosa per il suo microclima favorevole e incastonata tra due montagne che creano le condizioni ideali per la coltivazione delle viti, specialmente della varietà Tinta Negra.
L'uva Tinta Negra è molto rara e, al di fuori di Madeira, si trova in piccolissime quantità in regioni vicine all'oceano. A Colares, per esempio, vicino alla cittadina portoghese di Sintra, dove si è quasi estinta ed è conosciuta con il nome di Molar. O a Saborinho, nelle Azzorre, dove è in fase di recupero grazie anche all’attività di Azores Wine Company.
Ci troviamo in questo villaggio perché Nuno e Antonio non possiedono appezzamenti sulle due isole e sono dunque legati ad alcuni proprietari, desiderosi di vendere le proprie uve. Questi proprietari, infatti, normalmente vendevano le uve alle grandi compagnie produttrici di Madeira senza avere mai la possibilità di assaporare il risultato del proprio lavoro. Le uve venivano utilizzate in blend che non ne mostravano mai la vera qualità. Nuno e Antonio hanno deciso di adottare un approccio completamente diverso e hanno siglato accordi con persone come Marco, che incontriamo proprio a São Vicente.
I pochi filari di Marco occupano un’area paragonabile al giardino di un’abitazione privata. Nascosti tra le mura di cinta delle case adiacenti, sono un tesoro dal quale la Companhia de Vinhos dos Profetas e dos Villões riesce a ottenere un vino eccezionale.
È il Tinta Negra Vale São Vicente, la prima bottiglia che assaggiamo. Un rosso eccezionalmente identitario, che al naso ricorda molto il muschio e le note minerali di carbone. Un vino fresco, strutturato, con molta concentrazione e complessità, un'acidità sempre presente e un finale persistente. Entusiasmante.
Ora ti mostro a cosa ci riferiamo quando parliamo di vini oceanici. - mi dice Nuno, mentre guida in direzione della costa, passando accanto alla cappella eretta in onore di San Vincenzo e fermandosi dopo pochi minuti. Un altro appezzamento di Marco, un'altra perla nascosta distante meno di cento metri dal mare, dove le vigne hanno un’età media di 14 anni. Qui l’oceano è talmente vicino e inesorabile che le continue mareggiate distruggono ogni anno quasi il 50% della produzione. Una chiara testimonianza dell’estenuante lotta tra l’uomo e la natura.
È un incubo per la logistica ma in questo modo possiamo lavorare come vogliamo e monitorare ogni fase del processo - mi spiega Nuno mentre ci dirigiamo verso Seixal, dieci minuti a ovest, per visitare la vigna più sorprendente che io abbia mai visto. La nostra cantina non si trova qui a Madeira ma a Porto Santo. Ogni anno, dopo la vendemmia, spostiamo le uve all’interno di camion frigo sull’altra isola per poterle lavorare.
Seixal appare davanti a noi con tutta la varietà dei suoi scenari naturali. Le sue scogliere a picco sull'oceano, le spiagge di sabbia nera e le lussureggianti vallate circostanti creano un quadro idilliaco. La vista dell'Atlantico che si infrange contro le rocce offre momenti di pura contemplazione, mentre le imponenti montagne alle spalle del villaggio invitano a escursioni e avventure nella natura.
Miguel Ângelo Caldeira e sua moglie Mariangie Castillo ci aspettano ai piedi del loro vigneto e ci guidano sotto un pergolato nato dall’intreccio di viti di Sercial vecchie di 30 anni. Siamo molto in alto rispetto al livello dell’oceano, ma su tutto il perimetro troviamo una barriera semipermeabile di arbusti a protezione del vento e del sale.
Incredibile che la salsedine durante l’inverno arrivi a queste altezze. Mariangie capisce l’espressione di sorpresa sul mio volto e mi dice che nell’ultimo anno, proprio a causa del sale, hanno perso più dell’80% della produzione.
Ci spostiamo, in un luogo magico.
I gradini scendono così verticali da doversi appoggiare con le mani alla parete. Inimmaginabile pensare di percorrerli con ceste da 40 kg piene di uva durante la vendemmia. Il rumore dell’oceano che si infrange sotto di noi è un una colonna sonora inebriante mentre la luce del sole non riesce a penetrare la “foresta di viti” che ci avvolge. Sembra di entrare in un mondo nascosto.
Le parole non possono raccontare la magnificenza di questo luogo.
I suoni dell’isola mi parlano mentre rimango ammaliato da tanta bellezza e imponenza. Chiamarla vigna è un’esagerazione. I pochi filari davanti a me sono stati piantati in una lingua di terra che da un momento all’altro, come Atlantide, potrebbe essere richiamata nelle profondità dell’oceano.
Il Sercial dos Villões che assaporiamo proviene da questo luogo e parla una lingua mai sentita prima. La sua è una voce di sofferenza, di oceano, di lotta contro la natura, di sacrifici, di determinazione. Una ventata minerale ti colpisce all’istante ed è subito seguita dalla sua anima agrumata. In bocca è teso e quasi acido, con una salinità prominente. Nel berlo si beve Madeira. È un bianco che deve essere bevuto più e più volte nel corso di una vita.
Emozionato ed entusiasta, non mi rendo conto che anche questa visita sta per finire. Nel cuore si accende la mia solita nostalgia, mentre con la mente cerco di ricordare i miei impegni futuri per capire quando potrò fare ritorno qui.
Poi, mi rendo conto che a volte è proprio il momento del distacco a farci vedere e capire ogni cosa con una lucidità inaspettata: bisogna lasciare Madeira per poterla vedere chiaramente. Un'isola con la testa tra le nuvole, dall’anima selvaggia, dove persone mai incontrate prima ti accolgono con un abbraccio e ogni angolo nasconde un giardino dell’Eden, che attende solo essere scoperto.
Abbònati
Ogni mese noi giriamo il mondo per scoprire una cantina esclusiva. Ogni mese tu ricevi a casa quella che per noi è la sua migliore bottiglia: un vino sempre nuovo, pregiato e sorprendente. A Natale con il 10% di sconto.