Biogrape
Questo è un piccolo paradiso. Un'opportunità per un coinvolgimento più ricco con la natura.
Nella loro Biogrape, Paulo Alves e il suo socio Afonso Meira producono il primo vino biologico di Bucelas. Naturale al 100%, ogni anno ha un carattere diverso. Mai scontato e mai banale.
Se in Francia abbiamo trovato una natura selvaggia e in Spagna la serafica sconnessione dal resto del mondo, lungo la costa atlantica del Portogallo queste sensazioni si fanno ancora più forti e autentiche.
Il fascino di questo paese, immerso in un clima mediterraneo, si rivela nella sua riluttanza a essere troppo raffinato: i suoi luoghi più belli sono reali, crudi, spontanei.
Un chilometro dopo l’altro, si attraversano lunghi tratti di nulla. Ma quando la destinazione si apre davanti agli occhi, sai che ne è valsa la pena.
Oltre alle immagini di Lisbona a cui siamo abituati, con le sue storiche stradine, i deliziosi tram in legno e le iconiche facciate piastrellate, c’è un mondo intero: dai nascosti palcoscenici dei surfisti di Sagres, alla sottovalutata regione vinicola dell'Alentejo.
A poche decine di minuti a nord della capitale lusitana scopriamo l’anticamera di questo mondo. Seguiamo un’anonima stradina ed entriamo in una valle bucolica dove il vento profuma di fiori di gelsomino, di timo e di rosmarino.
Ed ecco Bucelas: un luogo antico, distante pochi minuti dalla caotica modernità del 21esimo secolo.
Il sorriso di Paulo Alves ci dà il benvenuto a Quinta Casal da Cruz.
La vitalità, il calore e l’energia con i quali ci accoglie sono quelli di un amico che non vedi da molto tempo e al quale vorresti solo raccontare la tua vita dopo un lungo abbraccio.
La domanda che, sorpresa, Simo mi rivolge: “Ma vi conoscete già?” credo rappresenti al meglio l’atmosfera.
Davanti a noi i vigneti si aprono lungo i pendii della vallata, mentre il vento ci investe con gli aromi della natura.
“La regione di Bucelas è considerata la capitale dell’Arinto.” esordisce Paulo.
Un Arinto completamente differente dal suo cugino delle Azzorre che qui, insieme all’uva Esgana Cão, dà vita a un vero e proprio capolavoro: il vino À PARTE Branco.
“Per secoli l’Arinto è stato coltivato da Fenici e Romani” - enfatizza come se ne fosse un diretto discendente - ”e intorno al XVIII secolo veniva esportato nelle più importanti corti di tutta Europa.”
À PARTE Branco è uno dei due sorprendenti vini di Biogrape. Provalo insieme al rosso della cantina per scoprire un mondo di emozioni in ogni sorso.
Guardando Paulo penso alle parole di Sophie Cliff, praticante di psicologia positiva che afferma che la gioia e la positività siano fondamentali per condurre una vita sana e soddisfacente.
"Il più grande predittore che abbiamo della gioia è la connessione. Abbiamo bisogno di sentirci connessi per provare gioia: fa parte di come siamo cablati come esseri umani."
Ecco, Paulo è stato “cablato” per questo luogo e per questa vita.
Il nostro nocchiere ci guida tra i filari. “Questo è un piccolo paradiso.” - ci racconta - “Un'opportunità per un coinvolgimento più ricco con la natura, per un ritmo più lento e una connessione umana più gioiosa. Qui i vicini condividono ancora il frutto del proprio lavoro, dalla carne alle uova, dal pesce fino al vino e alle verdure. Come si faceva una volta, nel rispetto dell’ambiente e dei rapporti umani.”
Simona ci mette meno di un istante a dire che vorrebbe trasferirsi qui.
È chiaro che quello che avviene a Quinta Casal da Cruz sia il risultato di una corrente di pensiero differente: Paulo e il suo socio Afonso Meira pensano al vino come a un cibo per il proprio organismo e, per questa ragione, escludono ogni tipo di intervento che non sia naturale.
Quello di Biogrape è il primo vino biologico di Bucelas. Naturale al 100%.
“Perché dovrei comprare e utilizzare prodotti chimici?” - chiede perplesso - “Ci sono prodotti per dare profumo al vino, per renderlo trasparente, per incrementare il sentore di affumicato e tabacco. Questo per noi non ha senso.”
E prosegue: “Perché il vino dovrebbe essere sempre uguale? Non deve. Deve evolvere e cambiare ogni anno. Mi sembra così strano pensare a persone che vogliano sempre la stessa identica cosa.”
Per rendere vera e tangibile questa corrente di pensiero, Paulo e Afonso hanno studiato, sperimentato e ricercato per 8 interi anni. Anni vissuti nel tentativo di ottenere un vino che per loro fosse “perfetto”.
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Ogni mese noi giriamo il mondo per scoprire una cantina esclusiva. Ogni mese tu ricevi a casa quella che per noi è la sua migliore bottiglia: un vino sempre nuovo, pregiato e sorprendente. A Natale con il 10% di sconto.
Oggi questi 6 ettari sono il risultato della loro filosofia di vita e del loro lavoro.
Tutto è fatto a mano e in modo naturale.
“Produciamo vini per chi, nel berli, prova lo stesso piacere che abbiamo noi nel produrli.” prosegue “E se non saremo capaci di venderli… allora li berremo.”
Poi, finalmente, le porte dell’adega si aprono davanti a noi come un sipario e rivelano il palcoscenico dove Paulo può dare sfogo a tutto il suo entusiasmo.
Come un bambino pronto a scartare i regali di Natale per mostrarli agli amici, armato di Alzavino si muove da un tank all’altro per farci assaggiare “il vino più naturale possibile”.
Assaporiamo l’Arinto come mai prima d’ora.
Non è filtrato ma risulta limpido, con un meraviglioso colore dorato.
Siamo colpiti dall’acidità e dalla frutta fresca.
“Il vino è come l’arte: l’interpretazione è soggettiva e per questo non vi dirò mai cosa dovreste sentirci.” Paulo Alves, signori.
Esgana Cão è un’altra uva bianca autoctona di Bucelas ed è il secondo vino che assaggiamo. Più dorato del precedente e più secco, assolutamente più secco, ma con un sapore sorprendente che evolve in bocca.
Su ordine di Paulo ne conserviamo una minima quantità nel bicchiere per provare un blend con l’Arinto. Il risultato è clamoroso. Il colore rimane dorato. I due vini si abbracciano e danzano nel bicchiere mentre la natura delle due uve si mescola perfettamente.
È la versione “semplice” del vino che assaporeremo più tardi in bottiglia e abbiamo compreso perché si chiama À PARTE.
È qualcosa di remoto e distante.
In una valle quasi dimenticata, lontana dal centro di Lisbona.
Una realtà separata dalle richieste del mercato, dalle grandi distribuzioni, dagli interventi della chimica. Una realtà piccola e desiderosa di rimanere piccola. Un’adega con una profonda identità.
Quando torniamo all’esterno seguiamo Paulo al piano superiore, dove c’è il lato dell’adega dedicato all’ospitalità, al ritrovarsi con gli amici, al barbecue e allo stappare, tutti insieme, qualche bottiglia di vino. Design e stile si fondono in uno spazio nato per far sentire le persone come a casa propria.
À PARTE Branco è la prima bottiglia che apriamo: il bianco ottenuto da Arinto ed Esgana Cão.
Un giallo dorato che abbaglia come i raggi del sole mattutino. Alcune sottili note agrumate, una buona acidità, sapidità, mineralità e un carattere secco ed elegante.
È un vino che riunisce le persone a parlare intorno a un tavolo, non uno di quelli da bere a bordo piscina.
Osservo il tappo in sughero naturale e il numero riportato sopra.
Paulo ci spiega che indica i grammi di anidride carbonica, CO2, assorbiti dal tappo stesso.
L'albero da sughero deve assorbire molta CO2 per trasformarla nell’energia necessaria a far ricrescere la propria corteccia perduta. Il risultato è che per ogni tonnellata di sughero raccolta, la sughereta assorbe dall'atmosfera 70 tonnellate di CO2. Ciò significa che un singolo tappo rappresenta 70 volte il proprio peso in termini di assorbimento di carbonio.
I dettagli fanno sempre la differenza.
Con il Chorizo in fiamme davanti a noi e i formaggi che continuano ad accumularsi sulla tavola, Paulo apre il loro rosso mentre osserviamo lo spettacolare tramonto intorno a noi.
À PARTE Tinto è prodotto con le uve provenienti dal loro terreno in Alentejo: Aragonez, Trincadeira e Alicante Bouschet, che vengono sottoposte allo stesso trattamento dell’Arinto e del Esgana Cão.
Si rivela strutturato ed elegante, con sentori di frutta nera, mandorle e pane tostato.
È un vino ingannevole: i toni di colore scuro non farebbero mai presagire un vino così fresco, persistente e delicato.
È un vino diverso. A Parte.
Diventa chiaro perché Paulo e Afonso vogliano seguire la loro filosofia. Ogni anno il vino ha un carattere diverso ed è una nuova scoperta. Mai scontato e mai banale.
Dopotutto, una volta che qualcosa è luccicante ma ripetitivo, presenta semplicemente un riflesso del familiare piuttosto che qualcosa di nuovo, bello e autentico.
Nel chiedergli quale sia il suo vino preferito, mi risponde, sorridendo: “Sono come nostri figli. Impossibile scegliere.“
Nel nostro ultimo saluto lo abbracciamo come quell’amico che non vedevamo da molto tempo e al quale prometti di rivedervi presto.
Nessun popolo come quello portoghese ci ha mai fatto sentire così a casa, pur essendo così lontani da casa.
Abbònati
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